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Riviste Scienza e Conoscenza

Scienza e Conoscenza

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Salto Quantico e spazio-tempo

Campo quantico, universo quantico, fluttuazioni quantistiche, salto quantico sono ormai le espressioni più usate dalla fisica moderna, la fisica, appunto, quantistica!

Oggigiorno ne parlano scienziati, medici, terapeuti, maestri spirituali ecc., ci confrontiamo in quest’articolo con Fred Alan Wolf, conosciuto come Dottor Quanto, ripercorrendo i passi di un’intervista rilasciata a Scienza e Conoscenza.

Un mondo di quanti

Max Planck nel corso dei suoi esperimenti agli inizi del Novecento si rese conto che pur sembrando del tutto assurdo e fuori da ogni senso comune, la discontinuità faceva parte dell’Universo. Quantità fisiche, come l’energia emessa o assorbita da un corpo, non variano con continuità ma vengono distribuite in “pacchetti”, chiamati quanti; ciò impose un radicale cambiamento nella spiegazione dei fenomeni che non potevano più essere descritti secondo le leggi della meccanica classica. Le sue scoperte e quelle di Einstein, che ne resero il riconoscimento che meritava, condussero alla rivoluzione quantistica della fisica.

Quando questa teoria fu pienamente formulata, grazie al contributo di Bohr sulla struttura atomica, divenne chiaro che questo strano comportamento, per il quale l’energia si propagava in maniera discontinua, riguardava più l’osservazione della natura stessa che non una sua qualità intrinseca.

L’esperimento della doppia fenditura, le scoperte di Heisemberg e Born sulle onde di probabilità portarono il mondo della scienza ad affermare che l’universo esiste in quanto numero infinito di possibilità sovrapposte. Secondo questa teoria, le onde di possibilità non si collocano in ciò che definiamo né uno spazio né uno stato di esistenza, ma sono presenti tutte contemporaneamente in uno stato potenziale. L’atto di una persona che osserva questi possibili potenziali, determina l’attivazione di quello sul quale è focalizzato: in altri termini, accede ciò che si pensa o ci si aspetta di vedere.

Frad Alan Wolf parla del Salto quantico
Il tempo e il salto quantico

Per la prima volta, dagli inizi del ʼ900 l’osservatore, la coscienza, iniziò dunque ad assumere un ruolo da protagonista nella scienza e nel mondo.

Ciò che appariva chiaro, fin dall’epoca, era che doveva esserci una realtà soggiacente e quella oggettiva, che di fatto rimaneva nascosta alla vista. Erano quesiti già filosoficamente formulate da Kant alla fine del ʼ700 e ora scientificamente ammissibili: esiste qualcosa al di là del fenomeno, ovvero di ciò che ci appare? Esiste realtà senza la percezione di realtà?

Con campo quantico si intende proprio questo: l’invisibile di questa realtà.

Per Alan Wolf, il campo quantico nascosto ai nostri occhi possiede non soltanto possibilità fisiche, ma anche mentali, potrebbe cioè essere con alta probabilità la tecnologia usata da dio.

Il campo e la mente di Dio

La fisica quantistica sembra innegabilmente suggerire che esista qualcosa prima dello spazio, del tempo e della materia, uno spazio ad infinite dimensioni che va oltre la mente. Si tratta di un orizzonte di possibilità che appaiono come onde sulla quali la mente gioca il ruolo fondamentale nella costruzione delle realtà.

Secondo Alan Wolf, mente e materia sono intrinsecamente connesse, ma non nel senso che la mente è un epifenomeno della materia come la maggior parte degli scienziati crede, tutt’altro.

Questo sub-spazio-tempo, come lo definisce Alan Wolf è “il regno della grande mente inconscia di Dio”, il luogo in cui la realtà appare infatti come mente e da cui la materia emerge. A differenza del pesce che nuota inconsapevole nell’oceano, senza rendersi conto che acqua è tutto ciò che lo circonda, la mente è conscia di questo sub-spazio-tempo in cui esiste.

La matematica, le scienze ma anche alle antiche saggezze e discipline come lo yoga, sono in grado di cogliere questo reame intangibile che esiste prima di ogni cosa e in qualche modo dargli un senso. Esiste solo l’Uno, la Mente di Dio, in cui osservatore e osservato sono la stessa cosa.

Prendere coscienza di questo stato è intraprendere Quantum leap, fare uno shift, uno spostamento di consapevolezza, ciò che nel gergo più comune è il famoso salto quantico.

Salto quantico e salto di coscienza

È così difficile intraprendere la vita per il salto quantico?

Viviamo in un’epoca di stress mentale. Wolf parla di distorsioni/ deformazioni in cui veniamo trascinati dalle mani del tempo impossibilitati a pensare con calma come uscirne. È per questo che il mondo molte volte ci appare oscuro ed insondabile. Il tempo gioca un ruolo cruciale nel determinare gli stati di coscienza. Di fatto però secondo Wolf siamo continuamente in questo “reame”, o ordine implicito, come lo chiamava Bohm, seppur costantemente presi a spostare l’attenzione sull’ordine esplicito che continuamente creiamo.

In fisica il concetto di salto quantistico fu introdotto per indicare il passaggio tra diversi stati di eccitazione, o meglio tra diversi stati dell’onda di probabilità, degli elettroni all’interno degli atomi, che avviene contemporaneamente all’emissione di luce. Questi salti di energia possono essere calcolati in modo molto preciso utilizzando l’equazione di Schrödinger e si possono verificare sperimentalmente. Si tratta inoltre di un fenomeno del tutto spontaneo, nel senso che avviene con una probabilità oggettiva, quindi va sottolineato che, contrariamente all’uso che spesso si fa di questa espressione nel linguaggio quotidiano, un salto quantistico non è qualcosa di grandioso, o meglio, non è qualcosa che richiede uno sforzo, ma anzi è qualcosa di piccolissimo che avviene in modo del tutto spontaneo. Probabilmente funziona così anche con il salto quantico di consapevolezza. Ciò che scegli di osservare, crea.

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