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L’Ashtanga Vinyasa Yoga è una forma di yoga dinamico in cui si eseguono posizioni che sono collegate l’una all’altra in un flusso ordinato (sequenza) mediante la sincronizzazione di respiro e movimento. A loro volta, respiro e movimento sono “assistiti” dall’uso di tecniche specifiche che hanno lo scopo di ottimizzare l’utilizzo dell’energia vitale e promuovere la concentrazione. Questo tipo di yoga può essere definito anche come “meditazione in movimento”. Esso si basa su un’antica tradizione, anche se la sua divulgazione in tutto il mondo è cominciata solo nel secolo scorso grazie agli insegnamenti di Krishna Pattabhi Jois, di alcuni membri della sua famiglia, e di altre persone che hanno appreso questo metodo direttamente dal suo principale promotore o ne hanno comunque seguito la scuola.

Le origini dell’Ashtanga Vinyasa Yoga

L’Ashtanga Vinyasa Yoga o (come d’ora in poi abbrevieremo) AVY, è uno stile di yoga sviluppato nel secolo scorso da Krishna Pattabhi Jois, sulla base degli insegnamenti ricevuti da Tirumalai Krishnamacharya.
Tuttavia, questa tecnica ha origini più antiche. La sua fonte primaria è infatti considerato lo Yoga Korunta (la parola sanscrita korunta significa “gruppi”: vedi sul punto anche la biografia di Pattabhi Jois), ora non più esistente, attribuito a un saggio chiamato Vamana. Krishnamacharya lo aveva imparato a memoria da Ramamohana Brahmachari durante un soggiorno di vari anni presso di lui sull’Himalaya. Su indicazione di questo Maestro, Krishnamacharya ritrovò poi un manoscritto contenente il testo dello Yoga Korunta presso la Biblioteca Universitaria di Calcutta, dove ne approfondì la conoscenza, che trasmise anche ai propri allievi.
Si dice che, in origine, lo Yoga Korunta contenesse anche vari riferimenti agli “Yoga Sutra” di Patanjali, anche se l’AVY non è certamente l’unico tipo di yoga basato sugli Yoga Sutra, si può affermare che oggi ne costituisce certamente una delle forme più rilevanti.
Nel suo trattato sull’Ashtanga Vinyasa Yoga intitolato Yoga Mala, Pattabhi Jois cita vari passi degli Yoga Sutra confermandoci che questi aforismi permeano di sé anche la pratica dell’AVY e che quest’ultimo fa proprio lo scopo dello yoga di Patanjali. Negli Yoga Sutra si dice che “lo yoga è la capacità di dirigere la mente esclusivamente verso un oggetto e di mantenere quella direzione senza alcuna distrazione” (yoga chitta vritti nirodhaha). È importante sottolineare ciò poiché, contrariamente alle “apparenze”, l’Ashtanga Yoga non può e non deve essere considerata una “pratica parziale”, cioè limitata solo alla componente cosiddetta “fisica” (e cioè la pratica delle asana). Infatti la pratica dell’AVY non si esaurisce sul piano fisico ma si svolge anche sul piano spirituale. L’AVY è stato definito come una forma di meditazione in movimento.
Inoltre, alcuni Autori ci ricordano che l’AVY è una forma dinamica di Hatha Yoga, e che il testo intitolato Hatha Yoga Pradipika fu scritto dal saggio Svatmarama proprio per offrire spiegazioni ulteriori riguardo allo yoga di Patanjali.
Infine, gli stessi Veda, cioè i testi sacri più antichi del genere umano, accennano all’AVY e al sistema del vinyasa e contengono spiegazioni relative al movimento e al respiro, in particolare in riferimento al saluto al sole, e menzionano anche i benefici sia fisici che spirituali prodotti da questo tipo di pratica.

 

 

Ashtanga Vinyasa Yoga: le originiAshtanga yogaValbusaMarchisioMacro Edizioni

L’opera di Gian Renato Marchisio e Stefania Valbusa regala un nuovo respiro all’Ashtanga Yoga, è uno strumento importante per chi pratica e desidera ampliare la comprensione sull’essenza di questa grande tradizione yoga. Un libro utile per ogni insegnante e per chi vuole avvicinarsi a questa pratica.

 

 

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