Siamo abituati a pensare alle cerimonie come a un evento straordinario che esula dalla routine quotidiana, come un matrimonio, un battesimo, una festa di laurea, una giornata da trascorrere in abito elegante, in mezzo ad amici, parenti e conoscenti, spesso seduti a tavola per ore.
In realtà cerimonia è una parola che può indicare anche un rito molto più semplice e celebrato per scopi diversi – dalla nascita di una nuova vita, al rilascio dei blocchi energetici fino alla cerimonia di preghiera per la guarigione di mente e corpo.
Sandra Ingerman, sciamana da tanti anni, illustra in che modo è possibile inserire il rito della cerimonia nella nostra vita, e utilizzarlo come risorsa ogni volta che abbiamo necessità di chiudere un ciclo e avviarne uno nuovo, con l’aiuto degli elementi naturali e del mondo invisibile. Ce ne parla nel suo nuovo ultimo best seller Il libro delle cerimonie, edito da Gruppo Editoriale Macro.
Il potere delle cerimonie
La vita delle popolazioni tribali era incentrata sulla comunità: la cooperazione e l’aiuto reciproco era indispensabile per superare le difficoltà che madre natura poneva loro di fronte. Le decisioni erano prese dalla comunità, se c’erano questioni delicate, venivano sviscerate dal gruppo. La forza della comunità era quella che permetteva di creare un futuro migliore, tutti insieme.
Per questo la comunità spesso si riuniva per celebrare cerimonie: dai riti propiziatori, ai riti di passaggio, alle cerimonie per invocare la bontà degli dei nei momenti difficili (nei periodi di siccità o di scarso raccolto), le cerimonie delle popolazioni antiche erano un momento che dava la possibilità a tutto il villaggio di raccogliersi per sancire la fine di qualcosa e l’inizio di qualcos’altro. Spesso rappresentava anche un mezzo di collegamento con il divino, l’invisibile, un modo per mantenere un contatto con i creatori del mondo e mostrare loro la gratitudine umana per tutto quello che di bello c’è sulla Terra.
L’uomo del passato aveva infatti una forte tradizione legata alla creazione del mondo e dell’uomo, avvenuta per mano degli dei e della natura (per le popolazioni del Messico gli dei sono riusciti a dar vita all’uomo perfetto, dotato di intelligenza e sentimenti solo dopo aver mescolato quattro diversi tipi di mais) e la cerimonia era un modo per portare il sacro nella vita di tutti i giorni.
Ma era anche un momento che permetteva a tutta la comunità di riunirsi e riunire le proprie energie, le speranze, i sogni e lasciar andare ciò che non serviva più per far spazio al nuovo. Maestro di cerimonia era ed è lo sciamano, generalmente un mistico, veggente, profeta, guaritore che viaggia nei regni invisibili per riportarne indietro il dono della guarigione. Considerato una donna o un uomo di conoscenza, lo sciamano è la persona che fa da intermediario fra il mondo terreno e quello celeste.
Fin dall’infanzia sviluppa e acuisce tutti e cinque sensi ed è in grado di parlare la lingua degli uomini e quella degli animali, o delle piante o degli eventi atmosferici. Lo sciamano infatti riceve informazioni attraverso viaggi o visioni e le utilizza per curare e aiutare i membri della comunità. La caratteristica dello sciamano, così come delle comunità di un tempo, è di essere in comunione e in armonia con la natura che li circonda, nella consapevolezza che la sopravvivenza può avvenire solo nel rispetto della Terra e di tutti i suoi abitanti. Allo stesso modo, la salute e la guarigione possono essere mantenute e attivate solo se l’uomo vive in armonia con il mondo naturale, rispettandone i cicli e le stagioni.
Era convinzione comune che l’uomo fosse un microcosmo in un macrocosmo, dunque parte di una fitta maglia formata da tanti anelli incatenati fra di loro; l’allentamento di un solo anello è in grado l’intera maglia. Per far sì che la maglia possa restare unita, era indispensabile che ogni anello stesse bene, per questo si celebravano le cerimonie di guarigione, intese come momenti per “recuperare il potere perduto e ad attuare il recupero dell’anima; o ancora a estirpare una malattia o a scacciare uno spirito possessore. Gli sciamani tengono cerimonie per risanare questioni ancestrali. Un rapporto positivo e armonioso coi nostri antenati è fondamentale per salvaguardare la nostra salute fisica ed emotiva. Le cerimonie possono aiutarci a interrompere vecchi schemi karmici che potremmo portarci dietro dalle nostre vite passate” spiega Sandra Ingerman nel suo libro.
Perché fare una cerimonia
Le popolazioni del passato avevano mille motivi per celebrare e tutto poteva essere degno di essere celebrato con un potente rito solenne, dato che era un momento di connessione fra due mondi. Essendo parte del mondo naturale, gli sciamani potevano celebrare cerimonie quando avveniva una nuova nascita, ma potevano celebrare anche l’arrivo della nuova stagione, affinché gli dei permettessero un buon raccolto per sfamare tutta la comunità, oppure piogge in abbondanza, per permettere alle colture di crescere rigogliose e alle popolazioni di poter avere l’alimento più vitale che ci sia, l’acqua.
Con l’avvento del mondo moderno, il contatto con la natura è piano piano diventato sempre più debole e la vita frenetica di ogni giorno ha tolto lo spazio per cerimonie legate alla vita quotidiana e alla natura. Impegnati fra lavoro e famiglia le cerimonie vengono ormai celebrate solo in occasioni importanti.
In realtà, ancora oggi abbiamo tanto da celebrare, e non deve necessariamente essere un’occasione importante da festeggiare in pompa magna, come ci si legge anche ne Il libro delle cerimonie: “Ogni ciclo e stagione della vita possono essere celebrati per contribuire a creare una transizione senza scosse da una fase all’altra.
Le cerimonie di benedizione ci permettono di salutare il sole ogni giorno; di salutare e ringraziare gli elementi di terra, aria, acqua e fuoco; di accogliere tutti i cambiamenti e le transizioni che si incontrano nella vita; e di piangere la gran varietà di perdite che sopportiamo in quanto esseri umani.
Si possono accogliere i neonati nel mondo con cerimonie di benedizione; e quando c’è bisogno di aiuto per ristabilire l’armonia, si può allestire una cerimonia di guarigione per rimuovere l’energia negativa, per riaffermare un intento e per chiedere benedizioni per i sogni e i desideri della comunità”.
Con la cerimonia infatti abbiamo la capacità di creare un legame molto forte fra gli spiriti e il potere dell’universo, che collaborano fra di loro per aiutarci a manifestare ciò che desideriamo. Solo rinsaldando il legame fra gli spiriti, il Creatore e il nostro Sé più profondo abbiamo la possibilità di diventare davvero gli artefici della nostra vita, dando vita a quel cambiamento che ci permette di entrare in una dimensione esistenziale, e di percepire il potere illimitato di ciò che siamo in grado di creare nel corso della nostra vita.
Le cerimonie sciamaniche permettono di entrare in contatto col sacro, passando da uno stato di disconnessione a uno di profonda connessione con la natura e la vita stessa, che molte volte diamo per scontato. Inoltre hanno un forte potere di trasformazione, e permettono di ristabilire quel forte legame con la natura, tipico delle popolazioni ancestrali, ma che oggi abbiamo perduto, e aiutano ad alleggerire i nostri fardelli durante le fasi di transizione della vita che possono creare paura o sconforto.
Gli spiriti non vedono l’ora di aiutarci a migliorare la nostra vita, se gliene diamo l’opportunità, e se ristabiliamo il contatto con la natura a il mondo dell’invisibile.
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