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Dimmi di che intolleranza sei….: il “bello” della diversità alimentare

È indispensabile chiarire che, come la medicina, la materia dell’alimentazione non è scienza, mancandole, tra le altre caratteristiche, quella della ripetibilità. Se due più due fa sempre quattro per la scienza, e in campo scientifico le eccezioni non esistono, basta dare un’occhiata a quanto differiscano tra loro tutti gli esemplari di Homo sapiens non solo per l’aspetto esteriore ma per come quel laboratorio complicatissimo e in parte non trascurabile sconosciuto che è il loro organismo reagisce ai vari stimoli, nel nostro caso, cibo compreso. Al di là dei gusti personali, per avere un’idea dell’impossibilità di pronosticare e, quindi, come certificazione che non siamo nell’ambito della scienza propriamente detta, basta considerare le intolleranze e le allergie nei confronti di uno stesso cibo che, almeno la prima volta, si manifestano a sorpresa, affliggendo una persona mentre sono sconosciute ad un’altra.

Un fatto incontestabile

Personalmente, trovo molto buffe le “certezze” dei vari guru che affollano il palcoscenico dell’alimentazione. Chi ha la pazienza di prestare ascolto ad ognuno di loro troverà argomenti più che “convincenti” per sostenere a spada tratta scelte alimentari non di rado agli antipodi l’una con l’altra, con tanto di condanne senza appello e di santificazioni. Che l’uomo sia onnivoro è un fatto incontestabile, e di questo, fatta salva la libertà di opinione, è ingenuo non tenere conto.

Che le tante etnie che popolano il Pianeta siano caratterizzate non solo da gusti alimentari ma da vere e proprie chimiche differenti nel riguardo del cibo e del suo trattamento è altrettanto indubitabile. Proporre un’insalata ad un eschimese non riscuoterebbe successo, così come una fiorentina ad un indiano da tempo immemorabile facente parte di un popolo essenzialmente vegetariano. Di fatto, l’alimentazione è come un abito, e un abito sta bene addosso quando è confezionato su misura. È ovvio che un libro (rif a “Salute cibo permettendo”) non può arrivare a tanto. Tutto quanto possiamo fare è riferire fatti ed esperienze, e ognuno ne faccia ciò che ritiene meglio, sempre tenendo conto del fatto che nessuno è miglior medico di sé stesso, a patto, però, che sia inflessibile e non si lasci prendere dalla tentazione di concedersi giustificazioni per qualcosa che spesso sa essere deleterio alla salute.

Stefano Montanari
(Co-autore di “Salute, cibo permettendo”)

GUARDA LE INTERVISTE ALLA DOTT.SSA GATTI
E AL DOTT. MONTANARI SUI TEMI DEL LIBRO “SALUTE CIBO PERMETTENDO”

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