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Settembre, andiamo, è tempo di ricominciare…

Non potevo proprio esimermi dal citare la poesia di D’Annunzio per cominciare questo articolo che intende aiutarci a riprendere la pratica dopo la pausa estiva. Ne I pastori, D’Annunzio raccontava delle greggi e dei loro custodi; noi qui parliamo di noi allievi/e e delle nostre «guide»: gli/le insegnanti, le Scuole, i Centri, le palestre, i vari corsi tra cui scegliere, i consigli del medico, del fisioterapista, del chiropratico, del pneumologo. Sì! Ho sentito una ragazza che mi ha chiesto se nel Centro dove insegno c’è lo «yoga del respiro»… e non sapevo che cosa risponderle. Sì, c’è, ovvio che c’è, lo yoga è tutto «del respiro»! Ma anche: no, non c’è lo yoga del respiro dove insegno io. Non esiste un corso di quella «materia»…

            Così abbiamo cominciato a trattare delle difficoltà che incontriamo quando dobbiamo (o vogliamo) cercare una scuola di yoga. Bisogna fare le domande giuste. Nel caso della ragazza, sarebbe bastato che il pneumologo le avesse detto di rieducare il suo respiro e il gioco sarebbe stato fatto. Lei mi avrebbe chiesto se nei corsi di yoga si lavora con il respiro e io le avrei risposto di sì senza tema di smentita.

Tipi di yoga

Un’altra domanda – per lo più al telefono – è «Che tipo di yoga si insegna da voi?», e io – di nuovo – non so mai che cosa rispondere senza mentire. Dovrei cominciare un lungo discorso sulla storia dello yoga nei secoli per spiegare che lo yoga è uno e che in Occidente abbiamo cominciato a parcellizzarlo eccetera; ma che barba! Così ecco un semplice schemino per orientarci.

«Ci sono tanti tipi di yoga, ciascuno dei quali soddisfa una particolare esigenza (e troverete indicazioni per scoprire qual è il vostro), ma nessuno può insegnarvi nulla che non sia già, magari latente, dentro di voi!»

(Cinzia Picchioni, Yoga. Istruzioni per l’usontroduzione allo yoga, L’Età dell’Acquario, Torino 2020)

All’interno di una lezione di yoga ben strutturata troverete un po’ di tutti i «tipi» di yoga qui sotto elencati, per ribadire che lo yoga è uno che può essere coniugato in vari modi, dando solo un po’ più di attenzione a un aspetto, ogni tanto, durante una stessa lezione. Qui i «modi» tradizionali di applicare lo yoga principalmente (e non solamente) a un aspetto:

Hatha-yoga: yoga dell’armonia psico-fisica, della salute e della longevità;

Bhakti-yoga: yoga della devozione, dell’amore cosmico, dell’affezione, del «sentire»;

Mantra-yoga: yoga delle formule mistiche, ripetizione di parole simboliche (o mantra) che diventano oggetto di meditazione;

Raja-yoga: yoga della concentrazione; prescrive principalmente regole per il controllo della mente (il controllo dello spirito sulla mente viene considerato tradizionalmente «la via regale», da cui il nome raja, cioè «regale»;

Jnana-yoga: yoga del conoscere, della filosofia, del ragionamento, del razionalismo;

Karma-yoga: yoga dell’agire, del lavoro della retta azione.

Sei molto stressato? Cerca un corso di hatha-yoga, più «fisico»

Sei molto religioso? Cerca un corso di bhakti-yoga

Sei molto «filosofico», tendi a voler capire tutto? Cerca un corso di jnana-yoga

Credi molto nel valore sociale del volontariato? Cerca il karma-yoga

Sei molto spirituale? Il raja-yoga fa per te

Ami le parole, la musica? Mantra-yoga (e anche bhakti-yoga) ti permetterà di esprimerti

Le scuole

Poi ci sarebbe il grande capitolo delle «scuole», ma per questo non basta un articolo come questo. Vi consiglio di cercare approfondimenti su ciascuno dei «modi» di proporre lo yoga, quelli che comunemente si chiamano «stili»: Iyengar, Kundalini, Satyananda, Bhole, Yoga-Ratna, Desikachar eccetera si riferiscono di solito a un personaggio – a volte vivente, a volte no – che nel corso del tempo ha «creato» un proprio stile, a volte piuttosto preciso, quasi sempre partendo dalla tradizione rivisitandola e studiandola a fondo.

Quando cominciare a praticare?

Autunno e primavera sono le stagioni ideali. Sarebbe opportuno cominciare in periodo di luna crescente.

            «Quando cercate una scuola di yoga e vi chiedete se fa per voi, ricercate questi principi, ricordando che scopo dell’insegnamento è indurre dei cambiamenti in chi impara:

  • ogni lezione yoga deve essere eseguita con un atteggiamento tranquillo e senza scatenare ilarità, perché lo scopo è portare all’autocontrollo della mente. Le pratiche yoga non hanno valore ricreativo, né valore fisico. Occorre guardare lo yoga da un altro punto di vista, per percepire il quale si deve praticare in calma e tranquillità, per interiorizzare l’attenzione;
  • è da evitare ogni pratica violenta;
  • gli asana sono procedure statiche di stiramento che devono essere praticate in modo dolce e lento, perché è la lentezza che sviluppa il tono muscolare. La posizione dovrebbe essere mantenuta per un certo tempo in modo stabile e comodo e con il minimo sforzo;
  • ogni fatica accumulata deve essere recuperata con piccole pause di riposo tra una tecnica e l’altra (savasana, posizione di rilassamento)» (Picchioni, cit., pp. 67-8)

Trovare quello che fa per voi

 La prima buona regola per trovare quello che fa per voi è: scrivere! Cercate informazioni tramite una «vera» lettera o la posta elettronica, e state a guardare quanto tempo dopo arriva la risposta; è già sintomo di serietà se qualcuno vi risponde/vi richiama dopo 2-3 giorni. Segnalate – soprattutto se usate la posta elettronica – la vostra città di residenza: se l’interlocutore è un’Associazione di insegnanti – come la YANI (Yoga Associazione Nazionale di Yoga) di Milano, vi fornirà probabilmente un elenco di insegnanti della vostra zona.

La seconda buona regola è: consultate! Il web come pure riviste sono un buon veicolo: è vero che la pubblicità si paga, ma essere disposti a farla può dimostrare la serietà dell’impegno; potrete cercare di scoprire  se la scuola è o meno affiliata/collegata a qualche federazione nazionale (sempre meglio), se gli/le insegnanti sono diplomati e/o associati a tali federazioni, da quanto tempo (e da quanto tempo insegnano)

Terzo e immancabile step: visitate! Prendete un appuntamento è andate a vedere; sarebbe ideale parlare con un/un’insegnante, e non con la segretaria; chiedete di poter vedere la sala di pratica, «annusate» l’aria (sì, anche l’odore e non solo l’atmosfera). Chiedete che «tipo» di yoga viene insegnato, quale metodologia, se la scuola si ispira a qualche antico maestro, che cosa significa il nome della scuola, se si fa o no uso di musiche, incenso, canti. Chiedete se è prevista una lezione di prova; chiedete se è previsto un colloquio con un/un’insegnante; entrambe le risposte affermative sono sinonimo di serietà.

Vicinanza, traffico & C.

Lo yoga può essere insegnato ovunque, anzi uno degli scopi è renderci così distaccati e centrati in noi stessi da non badare agli stimoli esterni. Tuttavia, soprattutto se stare iniziando (o ri-iniziando), il luogo è importante. L’ideale sarebbe che la scuola fosse in una zona periferica (o non trafficata), che ospitasse solo corsi di yoga ( per evitare che nelle stesse ore al piano di sopra ci sia la sessione di karate o aerobica con musica assordante); per gli stessi motivi evitate di accedere al corso di yoga proposto dal centro fitness+sauna+piscina+spinning: per esperienza vissuta lo yoga è una delle tante attività offerte nel «pacchetto» che consente il libero accesso a tutte le attività proposte. Così

«chiunque può venire a fare lezione di yoga, in qualunque giorno, per una volta e poi mai più o una volta al mese […] Così l’insegnante può trovarsi un giorno con una classe di sette allievi tutti giovani, il giorno successivo con una classe di quindici allievi di cui due sono ultracinquantenni, sei di diciotto e sei appena usciti dalla sauna (non si fa mai yoga subito dopo o subito prima di una sauna), di cui uno con la pressione bassa. Insegnare yoga in queste condizioni non è serio, non serve, è pericoloso e non è yoga(infatti ho rifiutato l’offerta)»

(Picchioni, op. cit., pp. 90-1).

Insegnanti & C.

  Tutto quello che potrei scrivere qui è molto meglio affrontato, completo e divertente nel testo che vi invito a leggere (anche se non siete insegnanti, né vorreste diventarlo): Donna Fahri, Insegno yoga, Con il suo eloquente sottotitolo: La relazione con gli allievi; il potere delle parole; le riflessioni etiche, si rivolge a chi insegna ma anche, ovviamente, a chi impara. Se infatti nelle pagine del libro l’insegnante potrà trovare indicazioni e consigli per come dovrebbe comportarsi è ovvio che anche chi impara saprà che cosa cercare nell’insegnante degno di tale nome. Una lettura altamente consigliabile. Tanto è vero che non scriverò più nulla su questo argomento.

Buona pratica a tutti

Cinzia Picchioni

 

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