Ti sei ripromesso di fare yoga con costanza per tutta l’estate, ma man mano che le meritate vacanze si avvicinano ti stai chiedendo se riuscirai a mantenere il tuo impegno anche fuori dalla routine della vita quotidiana? Ecco sette utili consigli da un’insegnate, per portare con sé anche in viaggio la buona abitudine della pratica.
“Yoganza” – lo yoga in vacanza
1. Crea una routine
All’inizio 5 minuti, possibilmente ogni giorno, sempre alla stessa ora e magari nello stesso posto. Poi 7 minuti, poi 10 e così via, fino a 35 minuti, anche “solo” due giorni alla settimana, non consecutivi. La regolarità è una qualità anzitutto mentale, e molti stress quotidiani sono causati proprio dalla sua assenza. Nello yoga la regolarità è importante, perché consente di cogliere i sottili cambiamenti dentro e fuori di noi.
2. Scegli il luogo e il momento giusti
Scegliamo un luogo tranquillo, senza distrazioni né odori particolari, che sia sempre lo stesso. Questo donerà stabilità e sicurezza alla pratica. La regolarità (abhyasa) è una delle garanzie del successo: meglio mezz’ora ogni giorno alla stessa ora che due ore ogni tanto.
In vacanza è più facile poter praticare all’aria aperta, o almeno in una stanza ventilata; senza scarpe, con un abbigliamento comodo e nuovo (cioè diverso dal solito, dedicato allo yoga) e a stomaco vuoto.
Il momento migliore è il mattino, prima di colazione, quando la mente è più tranquilla. O la sera, prima di cena.
3. Scegli una sequenza adatta a te
- Stare in piedi
- Addominali
- Schiena
- Equilibrio
- Riposo-respiro-meditazione
Questa potrebbe essere una “scaletta” per scegliere le tecniche della nostra pratica autonoma.
Iniziare stando in piedi, rinforzare prima la parte anteriore e poi quella posteriore del corpo, sviluppare l’equilibrio, rilassare, respirare consapevolmente, meditare.
Teniamo conto anche dei ritmi dell’energia:
- dalle 9 alle 11 è difficile fare posizioni di flessione;
- dalle 11 alle 13 occorrono pratiche molto leggere o è meglio preferire tecniche di concentrazione;
- dalle 17 alle 19 evitare inarcamenti all’indietro, mentre è un buon momento per esercizi di respirazione;
- dalle 19 alle 21 è il tempo adatto alla meditazione (grazie alla maestra Gabriella Cella per questi suggerimenti).
4. Concentrati sul presente e non temere!
Se praticando dovessero affiorare emozioni (paura, rabbia, gioia) non spaventarti e prosegui. Lo yoga può liberare, grazie ai movimenti delle posizioni, emozioni memorizzate nel corpo fisico: è tutto normale, va tutto bene, respira.
5. Sii costante: con la disciplina arriva anche la fiducia in sé
La pratica regolare apporta grandi benefici, sia fisici sia mentali.
Il corpo è stimolato e disintossicato, il battito del cuore si stabilizza, il sistema digerente – sensibile al ritmo – funziona meglio, il sistema nervoso – grazie alla stabilità – diventa più forte per affrontare lo stress, aumenta la capacità respiratoria.
La mente, abituandosi a rimanere concentrata sulla pratica, acquisisce fiducia nella stabilità, anche fuori dal tappetino.
6. Fai dello yoga uno stile di vita
Anche in vacanza continua a comportarti come quando, in città, frequenti regolarmente un centro yoga: se hai scelto la nonviolenza e non mangi carne, non cambiare abitudini solo perché c’è la grigliata sulla spiaggia; se cerchi di orientare le tue scelte alla sobrietà, seguendo le indicazioni (yama/niyama) dello yoga, non farti deviare dal clima “godereccio” dell’estate; anzi, nella bella stagione è più facile accorgersi di aver bisogno di poco (a partire dai vestiti, ma non solo) e di poter essere più “leggeri” anche rispetto alle “cose”, no?
7. Un libro come compagno di viaggio
Compiti delle vacanze: leggere, di Tara Fraser, Yoga per te. Una guida pratica e illustrata per avvicinarsi allo yoga anche in casa! (e aggiungo: “anche in vacanza”). Meglio di così! C’è una sorta di riassunto di tutto ciò che abbiamo appreso nell’anno appena concluso frequentando un corso di yoga; ci sono le posizioni – semplici – con foto e descrizioni; ci sono capitoli sul respiro, la meditazione, gli stili di yoga. Tutto in un libro leggero – anche di peso – e di formato ideale per stare nella valigia (anzi, nel trolley, mi raccomando la schiena!).
E giacché siamo “in viaggio”, vale la pena di leggere (o rileggere) il libro sul viaggio – interiore e esteriore – migliore di tutti: Siddharta di Hermann Hesse.
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