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Yama e niyama sono dieci regole di comportamento e di stile di vita per chi pratica lo yoga, per migliorare la nostra condotta nei confronti degli altri e di noi stessi. Ne parla per la prima volta un testo antichissimo, ma ancora oggi costituiscono una base fondamentale per la pratica dello yoga e per il proprio percorso spirituale.

Le otto braccia dello yoga

In uno dei testi classici dello yoga, scritto da Patanjali nel V secolo d.C.,  si parla di otto “gradini” (o letteralmente “membra”, o “braccia”, anga in sanscrito) da percorrere lungo il cammino di questa meravigliosa disciplina.


yogasutra

Gli Yogasutra  di Patanjali sono la principale base teorica e spirituale di una lunghissima tradizione di pratiche filosofiche e visioni del mondo che si sintetizzano nella parola yoga parola yoga. Il testo contiene duecento aforismi, tratta di ascesi, meditazione e del percorso da seguire per ottenere un’autentica conoscenza e padronanza dell’esperienza di sé.


La traduzione “gradini” fa pensare a una sorta di “successione”, mentre “stadi” porta erroneamente a pensare che non sia possibile accedere al gradino successivo se prima non si sia compreso quello precedente. Invece è corretto ritenere gli otto “gradini” come membra di un unico corpo, come stadi da considerare simultaneamente nella pratica dello yoga di Patanjali.

Vediamo quali sono, in sintesi, questi otto “passi”:

  •  Yama (linee guida che rendono felici le relazioni)
  •  Niyama (linee guida personali)
  •  Asana (posizioni)
  •  Pranayama (respirazione)
  •  Pratyahara (ritrazione dei sensi)
  •  Dharana (concentrazione)
  •  Dhyana (meditazione)
  •  Samadhi (estasi)

Per una trattazione più completa, vi rimandiamo al nostro articolo su Le otto braccia dello yoga.
Oggi vogliamo approfondire i primi due passi: yama e niyama.

Yama e niyama: cinque “no” e cinque “sì”

I primi due “gradini”, yama e niyama, ci danno consigli per lo stile di vita e per il comportamento: i cinque yama sono le cose da non fare; i cinque niyama sono le cose da fare.

Gli yama sono cinque regole etiche e morali universali, cinque freni o “astinenze” che limitano i comportamenti dannosi e distruttivi per lo yogi e per le sue relazioni con gli altri. Eccoli:

  • Nonviolenza (ahimsa),
  • Sincerità (satya),
  • Onestà (asteya),
  • Continenza sessuale (brahmacharya),
  • Non avidità nel possedere (aparigraha).

I cinque niyama sono virtù e comportamenti positivi legati allo stile di vita del singolo individuo, da coltivare per migliorare sé stessi:

  • Purificazione (saucha),
  • Accontentarsi (santosha),
  • Austerità (tapas),
  • Studio e conoscenza di sé (svadhyaya),
  • Abbandono alla volontà divina (ishvarapranidhana).

Gli yama rappresentano un po’ la qualità della relazione che intratteniamo con gli altri; i niyama la qualità della relazione che intratteniamo con noi stessi.

Un fondamentale insegnante di yoga, André Van Lysebeth (allievo di Shivananda, autore di Imparo lo yoga, Perfeziono lo yoga e, con la moglie, I miei esercizi di yoga) ci dà questo consiglio per iniziare a riflettere su questi due importantissimi elementi dello yoga tradizionale:

[Per praticare yama e niyama] La cosa più semplice è seguire la propria morale, in funzione della filosofia e delle credenze che ci fanno da guida. Non abbiamo dovuto attendere Patanjali per dotarci di una morale e la morale ordinaria è sufficiente per metterci in linea con Yama e Niyama. È il grado minimo per poterci introdurre nello yoga e trarne buoni frutti: una moralità trascendente è però necessaria per raggiungere livelli superiori”


imparaloyogaokimieieserciziyogaperfeziono yoga van lysebethI tre volumi scritti da André Van Lysebeth, uno dei pionieri dello Yoga in Occidente e considerato uno dei migliori specialisti di questa disciplina. 

 

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