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Tadasana, la posizione della montagna, porta a formare una sorta di “triangolo”: come una montagna la cui vetta è la testa, i cui fianchi sono le braccia e la cui base è la terra su cui poggiamo stabilmente i piedi.

Significati, simboli ed etimologia

Tada= montagna; asana= posizione (verticale come una montagna)

Tadasana è la posizione della “della montagna” perché eseguendola correttamente ci si sente forti e alti come una montagna. Non è per nulla una posizione semplice, anche se può sembrarlo, e necessita di molta attenzione; insomma, non è “stare in piedi a gambe unite con le braccia un po’ lontane dal corpo”.

Una leggenda narra che un tempo le montagne avessero le ali (ecco le nostre braccia, che nella posizione si distaccano dal corpo “come per volare”, anche se poi si fermano abbastanza vicine), ma volando nel cielo si scontravano sovente, infastidendo tutti gli dèi. Allora Shiva tagliò le ali alle montagne, che precipitarono sul suolo, rimanendovi immobili così come le vediamo oggi.

In questa posizione i piedi rappresentano la terra sotto di noi, oltre la nostra testa c’è il Cielo e noi siamo “quello che c’è nel mezzo” e che fa anche da collegamento. Ancora una volta, come in altre posizioni “della montagna” (alcune scuole chiamano così anche Adho-Mukha, o cane a testa in giù) il corpo assume una forma a triangolo: il cammino dell’adepto dal molteplice all’uno.

La posizione Tadasana non è citata nei testi classici, perciò non si trovano molti particolari in proposito. Possiamo allora ragionare sulla simbologia, per esempio sul suo insegnarci a “stare in piedi”. La posizione dei nostri piedi ci dà preziose indicazioni sul nostro “stare sulla Terra”:

  • piedi piatti: indicano una difficoltà a mettere radici, e la tendenza a “scivolare via”. Tada-asana stimola soprattutto proprio muladhara, il chakra “radice”, e il suo elemento è proprio la Terra
  • piedi prensili: cosiddetti perché le dita sono rivolte in basso, in costante contrazione, indicano la tendenza a tenere tutto sotto controllo
  • piedi aperti: i piedi dovrebbero al contrario stare paralleli, per evitare atteggiamenti lordotici della colonna
  • peso sui talloni: gli anziani camminano spesso così, dimostrando un bisogno di ancorarsi alla terra; ma per mantenere l’equilibrio in quella posizione si contrae la mandibola, irrigidendo l’addome; il peso deve essere distribuito equamente su tutta la pianta del piede (ci si accorge di una postura scorretta perché le suole delle scarpe risultano consumate in modo non uniforme (più sul bordo interno o esterno, più sulla punta o sul tallone); bisogna costantemente controllare che il peso sia scaricato proprio sul centro della pianta del piede (proprio dove c’è l’arco plantare, adatto ad ammortizzare), appoggiandosi su tutta la pianta del piede. Praticando Tada-asana è consigliabile oscillare più volte avanti e indietro, verso destra e verso sinistra, dondolando per trovare il perfetto “filo a piombo”, anche immaginando che un filo invisibile, partendo dal centro della testa, ci sollevi verso l’alto
  • equilibrio: è consigliabile tenere gli occhi socchiusi, con lo sguardo rivolto all’orizzonte: una striscia orizzontale di luce che filtra dall’esterno donerà stabilità alla nostra postura; lo stesso effetto può essere ottenuto con nasagra-drishti, lo sguardo fisso alla punta del naso (una tecnica più avanzata)

Benefici

rafforza le spalle, le braccia e i muscoli del torace; tonifica tutti gli organi interni e i glutei; migliora la postura; rafforza cosce, ginocchia e caviglie; allieva le sciatalgie; riduce i piedi piatti

Controindicazioni

Nessuna

Come eseguire tadasana, la posizione della montagnaEsecuzione

  • in piedi, gambe ben unite, alluci e talloni a contatto, ginocchia ben spinte all’indietro e quadricipiti tesi; occhi socchiusi;

  • dopo qualche respiro, irrigidire le braccia, unire le dita delle mani tra loro e rivolgere i palmi verso le cosce;

  • infine, inspirando, allontanare un po’ le braccia dal corpo;

  • espirare, abbassando le spalle e aprendo le scapole;

  • immaginare che due linee partano dalle dita delle mani per scendere verso terra, disegnando così un triangolo con la terra e i piedi come base, le braccia come lati e il capo come vertice.

Meditazione

Com’è la “mia” personale montagna? Facile da scalare (ho allargato molto le braccia, creando una specie di collina)? O invece ripida e appuntita (ho mosso appena le braccia, rendendo difficile raggiungere la cima)?

Varianti

Ce ne sono molte, praticamente ogni “scuola” ne ha una sua, che principalmente riguarda il modo di tenere le braccia.

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