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Benessere ed emozioni: intervista esclusiva a Peter Russell

Daniela Cristina Napoletano, autrice di Gli Algoritmi di Elia Tropeano, ci parla insieme a Peter Russell, autore, saggista e insegnante che si occupa di consapevolezza, mente e spiritualità, la straordinaria capacità delle emozioni di guidare le nostre azioni e i nostri pensieri.

Peter, cosa sono le Emozioni e perché sono importanti per l’essere umano?

Le emozioni sono una parte fondamentale della nostra esperienza di vita. Sono le risposte che il nostro corpo e la nostra psiche hanno a varie situazioni, pensieri e ricordi. Essenzialmente, le emozioni sono ciò che ci dà la capacità di sentire piacere o dolore, gioia o tristezza, eccitazione o paura.

Le emozioni sono importanti per noi in tantissimi modi. A livello più basilare, le emozioni ci aiutano a sopravvivere. Ad esempio, la paura può avvertirci di un pericolo imminente e farci “fuggire o combattere”. La felicità ci spinge a cercare e ricercare esperienze che ci portano gioia. Ma le emozioni non riguardano solo la sopravvivenza fisica. Esse sono anche fondamentali per il benessere psicologico e sociale. Ci aiutano a connetterci con gli altri su un piano più profondo, guidano le nostre decisioni etiche e morali, e danno significato e colore alla nostra vita. Tuttavia, come sottolineo nel mio libro “From Science to God”, non dobbiamo permettere che le emozioni ci dominino. Possiamo osservare le nostre emozioni, riconoscendole e accettandole per quello che sono, senza permettere che ci travolgano. Questa è una parte importante del processo di crescita spirituale e autocoscienza.

Com’è possibile utilizzare le emozioni solo come strumenti funzionali per la nostra sopravvivenza, senza farci sopraffare da esse e quindi evitando inutili sofferenze?

Quando ci identifichiamo troppo con le nostre emozioni, quando iniziamo a credere che siano “noi”, possono diventare fonti di sofferenza.

Ecco alcuni suggerimenti su come poter utilizzare le emozioni come strumenti senza lasciarsi sopraffare da esse:

 1. Riconoscimento

 Il primo passo è riconoscere l’emozione che stai provando. Questo può sembrare semplice, ma spesso cerchiamo di ignorare o sopprimere le emozioni scomode. Riconoscere l’emozione significa semplicemente notare: “Sto provando rabbia” o “Sto provando tristezza”.

 2.Accettazione

 Una volta riconosciuta l’emozione, il passo successivo è accettarla. Questo non significa che devi essere contento dell’emozione o che devi agire su di essa. Significa semplicemente permettere all’emozione di essere presente, senza cercare di cambiarla o eliminarla.

3.Indagine

 Una volta riconosciuta e accettata l’emozione, puoi iniziare a indagare su di essa. Da dove viene? C’è un pensiero o una credenza che la sta alimentando? Questa indagine non è un’analisi intellettuale, ma un’osservazione curiosa e gentile dell’esperienza interna.

4.Non identificazione

 Questo è forse il passo più difficile, ma anche il più liberatorio. Significa riconoscere che, anche se stai provando un’emozione, quella emozione non sei tu. Le emozioni vanno e vengono, ma tu rimani. Quando riesci a non identificarti con le tue emozioni, puoi sperimentare una grande libertà e pace.

Che ruolo giocano le nostre credenze nel modo in cui viviamo le emozioni?

Le credenze limitanti, che spesso derivano dalla nostra cultura, famiglia o religione, possono certamente ostacolare il nostro percorso verso la contentezza e la pace interiore. Queste credenze possono creare una sorta di prigione mentale, limitando la nostra capacità di vedere oltre i confini che abbiamo interiorizzato. Tuttavia, è importante ricordare che non si tratta di rifiutare o negare queste credenze. Piuttosto, si tratta di esaminarle con curiosità e compassione, di comprendere come sono nate e come influenzano la nostra percezione della realtà. Questo processo di indagine può aiutarci a “lasciar andare” queste credenze limitanti, non nel senso di respingerle, ma di liberarci dalla loro presa e si tratta di un processo che potremmo definire come un viaggio piuttosto che una destinazione. Non c’è un punto finale in cui abbiamo “finito” di lasciar andare. È un processo continuo di crescita e apprendimento, di apertura e di profonda accettazione di noi stessi e del mondo che ci circonda.

Quali azioni possiamo mettere in atto nella nostra vita quotidiana per arrivare alla consapevolezza di vivere nel presente?

Vivere nel presente è una pratica che può essere coltivata attraverso una serie di azioni quotidiane ad esempio:

  1. Meditazione: non c’è bisogno di sedersi in silenzio per ore; anche solo pochi minuti al giorno possono fare una grande differenza. Ricorda, non stai cercando di raggiungere uno stato di coscienza superiore o di “fare” qualcosa di particolare. Stai semplicemente notando la tua esperienza nel momento, qualunque essa sia.
  1. Pratica della consapevolezza durante le attività quotidiane e ricorda: puoi portare la consapevolezza in qualsiasi attività stai svolgendo, lavare i piatti, camminare, mangiare, ascoltare musica. Nota le sensazioni fisiche, i suoni, i pensieri e le emozioni che emergono mentre svolgi queste attività.
  1. Prenditi delle pause: durante la giornata, prenditi del tempo per fare una pausa e “controllare” con te stesso. Come ti senti? Cosa stai pensando? Cosa stai percependo attraverso i tuoi sensi? Queste pause possono aiutarti a radicarti nel momento presente.
  1. Pratica la gratitudine: prenditi un momento ogni giorno per riflettere su ciò per cui sei grato. Questo può aiutarti a radicarti nel presente e a coltivare un senso di apprezzamento per la vita così com’è.
  1. Coltiva la gentilezza verso te stesso: spesso, la nostra mente può diventare critica o giudicante, tirandoci fuori dal presente. Pratica l’essere gentile e compassionevole con te stesso, specialmente quando noti che la tua mente sta divagando nel passato o nel futuro.

Ricorda, la pratica di vivere nel presente è un viaggio, non una destinazione. Ci saranno giorni in cui sarà più facile, e giorni in cui sarà più difficile. L’importante è continuare a tornare alla pratica, con gentilezza e pazienza verso te stesso.

Buona consapevolezza

Daniela Cristina Napoletano e Peter Russell

Cristina Napoletano e Peter Russell

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