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Natale fa rima con ringraziare?

Il Natale è la Festa della luce; non a caso, cade intorno alla data del Solstizio d’Inverno (il 21 dicembre), un rituale pagano antichissimo, legato ai ritmi del Sole e della Luna. Al Solstizio d’Inverno la luce ricomincia a “vincere”, poiché una volta trascorsa la notte più lunga dell’anno le ore di luce tornano ad allungarsi rispetto a quelle di buio. Non solo le tenebre del cosmo iniziano a ritirarsi per far spazio alla luce, ma così anche il buio che a volte sentiamo dentro di noi.

Soffermatevi a pensare che tutto ciò che usate, dal pane fragrante alla bicicletta, al bus, ai vestiti, alla casa, la potete godere per merito del lavoro di tante persone a cui essere grati. Non solo, ognuno di noi nella vita è stato aiutato da genitori, insegnanti, amici, amori…

I motivi per cui dire grazie sono infiniti e la riconoscenza lenisce le ferite, scioglie la rabbia, il rancore. Meditando spesso sulla gratitudine, che ha un potere straordinario, la vita diventerà più felice.

Almanacco di Barbanera, 2017, p. 199

Nella tradizione cristiana, Gesù è spesso riconosciuto come “Sole”. In India il Sole è proprio una divinità: Surya. Surya Namaskara (Saluto al Sole) è una delle sequenze yoga più famose, praticate, diffuse del mondo.
(Come si pratica il Saluto al Sole? Ripassiamolo in questo articolo, dedicato alla sequenza Surya Namaskara.)

Surya Namaskara: saluto o ringraziamento?

Il Saluto al Sole è un continuo ringraziamento:

  • al Cielo, quando ci si allunga verso l’alto offrendo la gola e il cuore alla luce;
  • alla Terra, quando ci si flette in avanti in Utthanasana, piegando la testa in gesto di umiltà (da humus, terra);
  • al Cielo e alla Terra insieme, quando li congiungiamo praticando la posizione del Cane a testa in giù, Adho Mukha Svanasana;
  • di nuovo alla Terra, quando ci strisciamo quasi sopra, ancora una volta umili nel ringraziarla perché ci sorregge e ci permette di andare avanti nel nostro cammino;
  • al Sole, facendo un piccolo passo verso di Lui, letteralmente spostando in avanti un piede (e poi offriamo il petto aperto e il cuore, in un gesto di vulnerabilità);
  • all’unità e all’integrazione (altro significato di yoga), simboleggiata dall’unione delle mani (gli opposti riuniti, destra-sinistra, luna-sole, caldo-freddo, maschile-femminile).

Insomma Surya Namaskara non è solo un “saluto” alla divinità, ma anche un ringraziamento sincero per la sua esistenza, che permette la nostra.


Yoga. Le Sequenze, di Mark StephensYoga. Le Sequenze. di Mark Stephens, Macro Edizioni

Quante e quali sono le varianti del Saluto al Sole? E come mai lo si pratica in tanti modi diversi? Una delle trattazioni più complete che puoi trovare in un manuale di yoga è quella di Mark Stephens, nel suo libro dedicato alle sequenze dello yoga.


Namasté: saluto o preghiera?

Guardiamo anche a un aspetto un po’ trascurato del Saluto al Sole: quello della preghiera. Cominciamo dal nome: perché diciamo “Namaskara” e non il più noto “Namasté”?
Spesso, dove si pratica yoga, ci si saluta unendo le mani davanti al cuore e pronunciando la parola Namasté. Ma sappiamo che cosa significa? Namasté è un saluto originario dell’India e vuol letteralmente dire “mi inchino a te” (namas = inchinarsi, salutare con reverenza; té = a te). Il senso dunque è di sottomissione all’altro, in umiltà. Per rappresentare tale umile sottomissione si giungono le mani di fronte al cuore, flettendo appena la testa in avanti per avvicinare la fronte ai pollici. Un gesto di più profondo rispetto è quello di portare le mani giunte di fronte al “terzo occhio” (tra le sopracciglia).
Il Namasté è come un mantra e il gesto che si fa pronunciando il saluto è una mudra di valenza anche spirituale: le mani giunte dinanzi ad anàhata (il chakra del cuore) fanno aumentare il flusso di amore cosmico; la testa che si flette a occhi chiusi dichiara l’arrendersi della mente alla dimensione misteriosa, divina.
Usato per salutarsi tra persone il Namastè è anche una forma di ringraziamento reciproco, che permette di incontrarsi in un luogo senza tempo: dicendo (e facendo il gesto con le mani) Namasté indico che il divino che c’è in me riconosce il divino che c’è in te, e in fondo siamo una cosa sola se e quando viviamo con il cuore.

Namaste o Namaskara?

Namaskara è tutto uguale a quello che abbiamo letto finora, solo che il saluto è rivolto a una divinità. Ecco qua: una preghiera senza richieste né mercificazioni, più un desiderio di intima comunione col “Sole spirituale”, Surya (di cui il sole che vediamo nel cielo non è che un pallido riflesso, come canta Franco Battiato). L’unione (yoga) tra corpo-mente-spirito è il desiderio e il mistero sempre presenti nel cuore di uno yogi e di una yogini. Praticare il Saluto-Preghiera-Ringraziamento al Sole rinnova la consapevolezza e rappresenta un’espressione di riconoscenza verso il Divino, comunque lo intendiamo.

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