Skip to content
0
Your cart is empty. Go to Shop
Menu
0
Your cart is empty. Go to Shop
Menu

Una soluzione fisiologica chiamata succo

Partendo dal concetto che siamo composti per circa il 70% da liquidi, distribuiti tra il compartimento intracellulare e quello extracellulare, come potremmo non dare  fondamentale importanza ai liquidi che ingeriamo ogni giorno?

L’importanza dei liquidi

Verrebbe naturale pensare che se dovessimo trascurare l’importanza che hanno i nostri liquidi corporei e di conseguenza anche i liquidi che introduciamo, potrebbe significare non prendersi cura del 70% di ciò di cui siamo composti. La fondamentale funzione dei liquidi viene palesata nei nostri Pronto Soccorso ospedalieri, dove uno dei primi interventi che generalmente viene effettuato ad un paziente che sta male, ad esempio per uno stato tossico, è somministrare un flacone di sodio-cloruro al 0.9%, ovvero una soluzione salina in acqua purificata, la cosiddetta soluzione fisiologica, attraverso un’infusione endovenosa.Possiamo concepire i liquidi corporei come il maggiore conduttore di molecole, un “mare” che riesce a “bagnare” i meandri più reconditi del nostro organismo, facendo diffondere sia un’infinità di micronutrienti, che un’altrettanto grande quantità di sostanze di scarto. Ho l’abitudine di smontare concetti complicati e renderli semplici primariamente a me stesso e poi ad un ipotetico pubblico a cui potrei rivolgermi. Tutto ciò che ingeriamo, sia che si trovi sotto forma acquosa che solida, alla fine viene digerita ed assorbita in forma liquida, quindi per capirci meglio, se mangiamo una bella insalata di certo dopo il processo di assorbimento intestinale non troveremmo le foglie di lattuga nel sangue, ma semplicemente un estratto di ciò.

Prediligere “L’Estratto”

L’ho detto, estratto! Si, volevo proprio arrivare a ciò che reputo la miglior “soluzione fisiologica” che possiamo reperire in natura, gli estratti di frutta e verdura.  Possiamo assistere ad un parallelismo fantastico tra i principi clinici usati con l’infusione della soluzione fisiologica ed il nostro amato succo spremuto a freddo, difatti l’effetto detox della flebo fatta in ospedale con sodio cloruro al 0.9% è legato principalmente ad una sorta di effetto meccanico di lavaggio del sangue, per via di un liquido non contaminato che “veicola” tossine e/o scarti catabolici verso i nostri principali organi escretori di essi, come reni, attraverso l’urina, e fegato, attraverso la bile, per esempio. La mia formazione allopatica post laurea in Medicina e Chirurgia si è compiuta in parte in cliniche private di Nefrologia e Dialisi ed è proprio in questi ambienti che ho potuto apprezzare l’importanza di poter “lavare” il nostro sangue o depurarlo per capirci meglio. Il paziente dializzato ha perso in parte o totalmente la funzionalità depuratrice renale, quindi è soggetto ad accumulare sostanze di scarto metabolico costantemente ed è per questo che dalle 3 alle 4 volte a settimana in genere è costretto a sottoporsi al trattamento dialitico, dove dei filtri speciali riescono ad intrappolare quante più catabolismi possibili, oltre ad eliminare l’acqua in eccesso, sopperendo ad una mancata funzionamento dell’unità funzionale renale, i nefroni.

Prevenire prima di dover curare

Purtroppo devo sottolineare che per il paziente dializzato la frutta e la verdura sono ritenuti pericolosi, in quanto troppo ricchi di potassio, un elettrolita che viene scarsamente eliminato del neuropatico in dialisi, e quindi in questi casi sono consigliabili solo modiche porzioni di vegetali, quindi non è consigliabile assumere estratti di succhi e verdure, ma per chi ha la fortuna di poterne usufruire lo faccia e se non lo stava già facendo inizi da oggi stesso! Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi, perché ti assicuro che le malattie non rimandano mai a domani quello che possono fare oggi! Negli estratti vegetali di prodotti freschi e biologici abbiamo un po’ di tutto, acqua pulita, micronutrienti facilmente biodisponibili, enzimi attivi (se il succo viene bevuto entro 15 minuti al massimo…meglio berlo subito!), carica vitale (avete mai sperimentato la sensazione di rinnovata vitalità dopo aver bevuto un estratto fresco?), effetto detox, capacità alcalinizzante, etc etc.

Evitare il fai-da-te

Potremmo anche avanzare l’idea che un succo potrebbe avere proprietà terapeutiche, ma attenzione! con i limiti del caso, quindi no al fai da te, ma chiedete sempre maggiori informazioni ad un medico che conosce la materia in questione o comunque esperto in nutrizione. Comunque sia, per scienza e coscienza ho avuto modo di appurare che gli estratti possono essere davvero un toccasana in varie condizioni patologiche, vedi pazienti defedati, ma anche qui ripeto di non generalizzare. Se vogliamo “dare” scienza ad un estratto, dobbiamo anche metterlo in discussione e riconoscerne i limiti, ma di certo gli ausili che se ne possono trarre mi sembrano sproporzionatamente in netta maggioranza!

I succhi mi sento di affermare che possono essere intesi come una sorta di soluzione fisiologiche che ci depura ogni volta che li assumiamo, ma che in più ci arricchisce di micronutrienti. Connubio perfetto!

Dr. Alessandro Nicolosi

Ndr. Una delle “colonne portanti” del Metodo Gerson è la presenza di molti succhi di frutta e verdura spremuti a fresco da 6 a 13 volte al giorno. I succhi nutrono, disintossicano, idratano, alcalinizzano e quindi fanno parte di un programma che affronta quello che il Dr. Max Gerson vedeva come le cause maggiori delle malattie degenerative. La cura è nella causa!

ECCO UN ESEMPIO DI RICETTA GERSON

di Lisbeth Suarez

Siamo fortunati di poter presentare in ante prima alcuni piatti da un ricettario in progress per persone che vogliono mangiare in armonia con il Metodo Gerson.  Questo stile di vita è valido per pazienti in cura ma anche per chi volesse mantenersi in buona salute e godersi una vita attiva e felice. Tutto all’insegna di Cibo come Medicina.

Lisbeth Suarez, la nostra ottima chef, cura la cucina durante ogni settimana di salute “Life Experience”, ed è sempre lodata unanimemente per il modo in cui dimostra che l’aspetto e il gusto si possono sposare in piatti vari, squisiti e pieni di colore.  

INSALATA DI BARBABIETOLA

  • 1 Barbabietola 
  • 2 Carote
  • 3 Patate
  • 1 Cipolla lunga 
  • 1 gambo di sedano
  • Menta o prezzemolo 

Cucinare la barbabietola (ben lavata) con la buccia finché diventa morbida. Appena cotta togliere la buccia e lasciare riposare per un po’. Tagliare a cubetti medie. Le carote e le patate si lavano, si sbucciano e si tagliano a cubetti prima di metterle a cuocere in pentole separate.

La cipolla, sedano e menta/prezzemolo si tritano bene. Quando è tutto pronto si uniscono gli ingredienti e si serve con un goccio di olio di semi di lino.

Nello Shop on-line troverai una sezione dedicata alla sana alimentazione, promozioni e sconti sui libri.

Libri & relax scontato

Rilassati leggendo.
Tutti i nostri libri sono scontati del 5%

0
    0
    Il tuo carrello
    Il tuo carrello è vuotoRitorna al negozio