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A poche settimane dall’uscita dell’edizione italiana di Asana di Swami Kuvalayananda, un classico manuale di yoga che ci porta direttamente la voce dell’India e del maestro che per primo studiò scientificamente lo yoga, ecco una recensione speciale, il racconto di un’insegnante formatasi alla scuola che si rifà a questi preziosi insegnamenti.

Asana di Kuvalyananda: finalmente in italiano

Non potete nemmeno immaginare che piacere mi fa segnalare l’uscita di un libro di Swami Kuvalayananda. E anche sapere che sono in preparazione altri suoi lavori, soprattutto il libro Pranayama, che è “fratello indispensabile” di questo. In effetti, gli Otto Passi di Patanjali cominciano così: Asana; Pranayama; Pratyahara, ecc. – e non a caso anche il maestro Kuvalayananda ha seguito la stessa strada con i suoi lavori: prima le posizioni, poi la respirazione. Ma poi sempre insieme, proprio come sarà per i due libri accoppiati. E non solo perché nel secondo si fa riferimento al primo.

Ma torniamo al piacere. Quella descritta nel libro Asana è stata la mia formazione di insegnante di yoga, nei lontani anni Ottanta, ma non avevo mai potuto leggere le parole dirette di Swami Kuvalayananda, il pioniere dello yoga scientifico (e un po’ anche dello yoga contemporaneo) che ha coniato la famosa frase: “Lo yoga ha un messaggio per il corpo umano, ha un messaggio per la mente umana e ha anche un messaggio per lo spirito”, frase che guida anche il mio insegnamento, dal 1987 ad oggi.

Mi sono trasferita da Milano a Torino per seguire la scuola di formazione che si rifà agli insegnamenti di Swami Kuvalayananda: unica in Europa e affiliata al Kaivalyadhama Institute di Lonavla, India, fondato da Kuvalayananda in persona nel 1924. La scuola italiana in cui ho imparato quello che trovate adesso scritto in questo nuovo libro è intitolata a Kuvalayananda, anzi ne porta proprio il nome: Istituto di psicosomatica e yoga integrale Kuvalayananda. Gli insegnanti del corso che ho seguito per tre anni provenivano dal Kaivalyadhama, gli esami sono stati seguiti da insegnanti del Kaivalyadhama e il mio diploma è riconosciuto dal governo indiano. Mi sento così veramente molto orgogliosa nello scrivere questa recensione.

Lo yoga che conosco

È vero che bisognerebbe tenere a bada l’attaccamento, che non si dovrebbe creare “dipendenza” dall’insegnante di yoga eccetera, ma che bello vedere nelle foto di questo libro le posizioni proprio come mi sono state insegnate fin dalle mie prime lezioni come allieva, quando ero ancora a Milano, nel 1979, a 21 anni. Fu in quell’anno che incontrai per la prima volta due insegnanti che si erano formati al Kaivalayadhama (ma io ancora non ne sapevo nulla), e si può dire che la mia strada fosse segnata fin da allora. L’insegnamento che ho seguito è stato fin da subito quello descritto nel libro che ora abbiamo nelle mani. Ci sono le posizioni preparatorie, che non ho mai trovato descritte e proposte in nessun altro libro di yoga finora; ci sono le sequenze – suddivise per difficoltà – che ho conosciuto come allieva prima e come insegnante poi, presso l’Istituto Kuvalayananda di Torino; ci sono i procedimenti per imparare le tecniche più avanzate esattamente come le ho sentite, ma mai più ritrovate in altri libri.

Lo yoga scientifico

Lo yoga scientifico di Kuvalayananda

Swami Kuvalayananda
Swami Kuvalayananda

Inutile dirvi dell’importanza di questo libro scritto da Swami Kuvalayananda per allievi e insegnanti del suo “metodo”. Ho messo la parola tra virgolette perché non si può parlare propriamente di “metodo”, in quanto lui si rifaceva semplicemente alla tradizione, così come l’aveva conosciuta nel 1919 (quindi a 21 anni), quando Paramahansa Madhavdasji lo iniziò alla dottrina dello yoga.

Il ragazzo fu molto impressionato dai misteriosi effetti psico-fisici della pratica dello yoga e volle cercarne anche una spiegazione scientifica; decise perciò di dedicare la sua vita allo studio di questa disciplina, cercando di approfondire in modo particolare gli aspetti terapeutici dello yoga. Cinque anni più tardi, divenuto medico, fondò il Kaivalyadhama Yoga ashram a Valvan, nei pressi di Lonavla, a metà strada tra Bombay e Pune.

I risultati delle sue ricerche, riguardanti gli effetti dello yoga in campo medico, cominciarono a essere pubblicati sulla rivista Yoga Mimamsa, molto apprezzata anche in Occidente. Nel 1961 fondò a Lonavla un ospedale ispirato alla visione yogica, con medici che erano anche insegnanti di yoga. Proprio come il mio insegnante al corso di formazione che seguivo a Torino: direttore e ispiratore dell’Istituto Kuvalayananda, teneva le lezioni del corso di formazione quando non c’erano insegnanti provenienti dal Kaivalyadhama.

Yogaterapia: il cosa e il perché

Possiamo dire che fino all’avvento di Swami Kuvalayananda si sapeva che cosa lo yoga fosse; si conosceva l’effetto delle sue tecniche; si vedevano e si sperimentavano i risultati della pratica; si leggeva nei testi della tradizione che cosa gli antichi maestri avevano verificato sulla propria pelle eseguendo le posizioni. Ma nessuno ancora sapeva perché e come “lo yoga funziona” (per dirla con un termine moderno).

lo studio scientifico dello yoga di Kuvalayananda
Kuvalayananda durante la misurazione
del metabolismo e di altri parametri
di un praticante di yoga.

Swami Kuvalayananda volle studiare, provare, registrare scientificamente ciò che succedeva durante le pratiche, le posizioni e le respirazioni yogiche. Nei laboratori del suo ashram alcuni praticanti si sono resi disponibili a praticare gli asana, il pranayama e anche le tecniche più avanzate (molti di loro erano rishi, persone che avevano rinunciato alla vita mondana vivendo in isolamento nelle foreste) mentre venivano analizzati da apparecchiature che registravano quello che accadeva all’interno del corpo. Così si è visto che il metabolismo rallenta durante la posizione di rilassamento (shavasana), o che la pressione sanguigna si abbassa respirando con certe tecniche di pranayama, o che la pressione intra-addominale è controllabile da alcune posizioni, o ancora che nello stato meditativo il cervello produce onde alpha, ecc. Fino a quel momento si sapeva “solo” che dopo la meditazione si stava meglio, ma dopo gli studi di Kuvalayananda si è saputo anche il perché e come ciò avvenisse.

I risultati dei suoi esperimenti – che proseguono tuttora al Kaivalyadhama – sono pubblicati nella rivista “Yoga Mimamsa”, che per ora è solo in inglese; visitando il sito dell’istituto Kaivalyadhama si possono tuttavia trovare anche altri articoli usciti in tutto il mondo e/o scritti da eminenti medici, insegnanti e studenti di yoga che si riferiscono agli studi effettuati presso il Kaivalyadhama nel corso degli anni.

Ecco perché è così importante che anche in italiano si possano leggere e utilizzare gli scritti di Swami Kuvalayananda: in Occidente abbiamo bisogno di spiegazioni scientifiche, non siamo molto disposti a credere “per fede”, dobbiamo verificare (San Tommaso era probabilmente europeo!); non ci basta sentire che quando usciamo dalla lezione di yoga stiamo meglio di quando siamo entrati. Vogliamo “le prove”, siamo più “mentali” – e siccome Swami Kuvalayananda avrebbe voluto che si formassero giovani per diffondere il messaggio dello yoga a tutta l’umanità, ha pensato di dover soddisfare anche le mentalità più scientifiche, ha pensato di rendere lo yoga disponibile per tutti, non solo asceti e rinuncianti che seguivano il guru per devozione.


 

Asana di Swami Kuvalayananda e lo yoga scientifico

Asana, Macro Edizioni

Asana: le Posizioni Base dello Yoga è la prima edizione in lingua italiana di un classico di grande valore, un manuale praticao scritto da Swami Kuvalayananda, uno dei più importanti maestri di Yoga, pioniere dello studio scientifico dello yoga e della yogaterapia. 

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