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Le asana sono le posture yoga, posizioni del corpo che lo rafforzano, ne migliorano l’equilibrio e l’elasticità. Per molti le asana sono il punto di partenza per conoscere lo yoga e poi approfondirne la pratica con pranayama e meditazione.

Che cosa significa asana?

Tra i vari significati, il termine sanscrito asana si traduce come “stare seduti”. Le asana sono posture statiche, che ricordano elementi della natura, forme geometriche, o oggetti comuni. Si suddividono in posture in piedi e in equilibrio; piegamenti indietro, laterali e in avanti; torsioni; e posture capovolte.
La pratica di yogasana (o sequenza di posture yogiche) è comune a tanti stili e scuole di yoga, ma tipico del ramo dello yoga conosciuto come Hatha Yoga, insieme ad altre tecniche come bandha, mudra, e pranayama.

Perché si praticano le asana

Le asana si praticano per promuovere una buona salute e rendere il corpo stabile e flessibile, così da prepararlo al pranayama e alla meditazione.
La stessa pratica di yogasana, tuttavia, diventa un atto meditativo in sé nel momento in cui si porta la consapevolezza sull’unione tra il corpo e il respiro.
Per questo, anche quando è fluida, la sequenza di posizioni va eseguita lentamente – sempre che non sia mirata a specifici scopi terapeutici. Pur basandosi sul controllo degli arti e dei muscoli è un lavoro più energetico che muscolare, volto a risvegliare, insieme alle altre tecniche, il potere della kundalini, o energia karmica dormiente.
L’obiettivo ultimo è quello di rallentare i movimenti, allungando il respiro per convogliare il prana (o energia vitale) verso un equilibrio tra forze opposte: allungamento e compressione, stabilizzazione ed estensione, energia potenziale e dinamica.

L’importanza del respiro nella pratica delle asana

Quello che differenzia un’asana da un semplice esercizio ginnico è proprio l’attenzione al respiro. È infatti il respiro che imposta il movimento e guida la pratica.
In generale, si inspira negli allungamenti e si espira ogni volta che si crea una compressione sull’addome. Tutte le asana, comunque, possono essere eseguite senza rischi durante l’espirazione.
La padronanza nell’esecuzione di un’asana è indicata dalla qualità del respiro, che deve essere equo, profondo e lento. Nei piegamenti indietro e laterali, o quando è richiesto uno sforzo, il respiro si accorcia – ed è normale. È importante, però, non rimanere mai in apnea durante l’esecuzione di un’asana. Si respira sempre dal naso per avere un maggior controllo del flusso respiratorio.

Come si eseguono le asana?

Le asana devono essere praticate con consapevolezza, concentrazione e controllo.
Un’asana si esegue dal basso verso l’alto seguendo quattro azioni:

  • fondamenta
  • allineamento
  • stabilizzazione
  • estensione

Si parte stabilendo le fondamenta, ossia le parti in contatto con la terra, per poi disporre il corpo secondo i principi universali dell’allineamento. Il corretto allineamento di un’asana favorirà la sua esecuzione, ma è importante rispettare costituzione, capacità personali e conformazione fisica nel pieno rispetto dell’anatomia funzionale.
Le asana devono essere stabili e confortevoli.
È importante, infatti, stabilizzare il baricentro attivando gli addominali profondi, prima di allungarsi, estendersi ed espandersi. L’atto dell’estensione permette la piena espressione di una postura e la possibilità di sperimentare, in ultimo, uno stato di assorbimento, leggerezza e agio. L’allungamento della spina dorsale consente inoltre ai piegamenti laterali, indietro o in avanti di avvenire in maniera organica, senza sforzo.
Come si entra e si esce da un’asana, infine, è importante tanto quanto il tempo che si rimane nell’asana stessa, non solo per evitare infortuni, ma anche per vivere la pratica come una meditazione in movimento.

Quanto a lungo devo mantenere una posizione?

Osserva il respiro: la qualità del respiro indica la durata di un’asana. Quando si fa corto, è il momento di fermarsi, recuperare e cambiare asana. È comunque importante dare il tempo al corpo di rispondere.
Un praticante riscaldato dovrebbe rimanere nella postura almeno un minuto per risvegliare il corpo strutturale e fisiologico. I principianti, però, non dovrebbero rimanere per più di tre respiri profondi. Si consiglia, magari, di ripetere la stessa asana due o tre volte di seguito.

Quante sono le asana

Si dice che ci siano 8,4 milioni di asana, tante quante le varietà di essere umani.
Le asana più conosciute sono una trentina, di diverso livello. Ci sono poi parecchie varianti, modificazioni e preparazioni. In fondo, c’è un limite alle direzioni in cui si può disporre un corpo umano.

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Commenti

2 Comments

  1. Magico yoga: tutti i benefici della disciplina ecologica per eccellenza - Il blog di Ecoradar.it
    28 Luglio 2016 @ 13:01

    […] cui l’uomo aspira tenacemente e di cui è un elemento. Le stesse posizioni, chiamate “asana” , sono state create dagli Yogi sulla base dell’osservazione di animali ed altri […]

  2. YAMA e NYAMA in breve – STUDIOSINTESI
    7 Giugno 2018 @ 16:31

    […] Asana Sono le posture del corpo, la cui pratica unisce corpo e mente, mente e anima. Patanjali non descrive posizioni specifiche, ma sottolinea come mantenere il corpo in condizioni ottimali permetta il risveglio della coscienza: man mano che ci si esercita nella pratica gli asana richiederanno meno sforzo e lo yogi potrà concentrarsi sempre meglio sulla mente e sui sensi. […]

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